La versione di Autumn in New York che apre questo coraggioso lavoro discografico racconta bene il ‘senso’ musicale di Sergio Orlandi. Questa si apre con il sottile contrappunto dei piatti di Stefano Bertoli e con un basso ostinato di Marco Ricci sul quale si innesta, in una situazione aperta e modale, la melodia del conosciuto standard che ritorna, dopo l’esposizione tematica, alla condizione di partenza sulla quale si dipanano i vari assoli. E’ in questo pensiero progettuale che si cela l’idea vincente di Sergio e del suo ‘Contro trio’. In quanto egli non si pone solo come trombettista dal colore sonoro definito e ricco ma come intelligente architetto della forma musicale. Sia nei brani più veloci che nelle ballate soffuse è in grado di infondere nella musica quell’afflato sonoro che, all’ascolto, non lascia indifferenti. Merito di un suono ben delineato e di una inflessione che rimanda alla migliore tradizione dei boppers con colori che spesso portano a Don Cherry e al trombettismo europeo. ‘Connection’ non è solo un cd riuscito ma è un lavoro coraggioso laddove la formazione senza strumento armonico cerca, senza forzature, nessi e relazioni apparentemente difficili da trovare ma facili da ‘sentire’. Sono i fili musicali da scoprire attraverso l’ascolto e da individuare nelle trame del complesso discorso: quello di un nuovo trombettista inatteso che porta linfa vitale alla nouvelle vague del jazz italiano.
Paolo Fresu